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Thinking Philosophy

..Il contenuto è aereo è volatile. È fatto di pensiero. L’argomento allora diventa estremamente affascinante. Perché la domanda che ne consegue è: come si pensa? Come si pensa un pensiero? Il pensiero è il minimo costituente della mente, e la mente pare non esista in quanto sostanza, ma solo come insieme di pensieri.

La mente collettiva è allora l’insieme dei pensieri di molti che diventano un sentire comune.

Ma, in tutto questo pensare e comunicare digitale, io esprimo solo pensieri miei o esprimo pensieri già pensati prima? Già pensati da altri? Ma da chi? O mantengo la radice del mio pensiero? Sono solo un proiettore, un amplificatore, un riverberatore? O sono in grado di mantenere una mia identità, anche se mescolata, colorata anche quando per estroflessione - acquisisco una mente esterna - più che una memoria - oltre alla mia?

E come faccio a salvaguardare l’origine, la fonte del pensiero? Ed è opportuno farlo?
E non sto parlando di diritti d’autore, ma dell’integrità di un contenuto. È chiaro che le dinamiche messe in atto dal digitale rinnovano il concetto di valore.

……penso al valore dell’atto creativo e alla sua salvaguardia. Penso a un’intelligenza capace di assumere una forma estesa, e mantenere salda in questo processo di connessione e di scambio una propria identità. Coro e solista. E mi piace pensare che l’individuo diventi rilevante e oserei dire vitale per la rete se genera pensieri forti anche se liquidi. È allora importante conoscere oltre alla grammatica della rete, la grammatica del pensiero. In alcune filosofie il pensiero più puro si sviluppa nella quarta regio- ne della mente. Il pensiero è originale se arriva da lì, dalla sorgente.


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